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venerdì 13 gennaio 2012

Piove da un cuore - di Marco Musso

Cadon come d'autunno
pensieri e colori
sentimenti buoni.
Si consuma sul selciato,
la nostra permanenza,
la voglia di credere, di lottare,
di cambiare le regole per non morire.
Piove,
sopra fogli di cuore,
tra parole spese e mai capite,
sopra un cuore che spera
ed uno che guarda altrove.
Soffia,
come gelida tramontana
la realta' della crescita, dell'amore,
di chi ogni giorno spera
e s'innamora ancora,
di chi ogni giorno copre di calore
quell'idea che lentamente muore.
Vedi,
bastava poco a sanare questa piccola ferita,
bastava un sorriso, una carezza,
polvere di meraviglia.
Qui,
come ombre dei nostri corpi,
giaciamo a terra in attesa
della luce che ci accompagni via,
quel soffio che in gentilezza
ti proietta in altra dimensione
per vivere una storia altrove.
Qui,
coperti dalle nostre paure,
le gelide abitudini del normale,
di quello stato che t'incatena
e malinconicamente t'accompagna,
ti consuma e ti sprona
verso l'infinito.
E' fra queste mura
che lo spazio assorbe l'emozione,
dai graffiti lasciati,
dalle foto consumate,
dai ricordi che di irreale
chiudo nei miei bagagli.
Non esiste ragione,
opinone o prove,
capaci di non far sanguinare
un animo pieno d'amore.
Non esiste limite alla caduta
se non per mano di quella persona
a cui hai donato il cuore.
Ci sono eta' e ci sono volonta',
ci saranno momenti che ti arricchiranno,
ci saranno momenti che ti deluderanno,
ci saranno occasioni perse
e quelle volutamente mancate.
Ci saranno occasioni per provare a vivere
e quelle in cui vorrai solo morire.
Ci saranno in un prossimo futuro,
sorprese che ti sbalordiranno
e che nel silenzio ti commuoveranno.
Quando sentirai venir meno la volonta' e la ragione
spalanca le tue braccia e lascia parlare il cuore,
come vento fra i rami,
accogliendo il fresco refrigerio di aria e di parole,
che nell'armonia della tua canzone
ti solleveranno svegliandoti tra realta' ed emozione.
Lascia cadere i pensieri e questi pesi,
contorti e violenti, fatti di invidie e torti,
fatte di questioni e suprusi,
fatti da chi ha smesso di camminare
e accanto a te ha lasciato solo il suo nome.
Non camminare ma vola,
sopra ogni fesseria
che tra vilta' ed amore hanno frenato la corsa mia.
Vedi,
ora una goccia ti ha svegliato
dal torpore dell'abitudine,
ora le mie lacrime ti hanno donato
la mia voglia di vivere.

Milano, 13 gennaio 2012 17.24

pubblicata da Marco Musso il giorno venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 17.39

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