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mercoledì 30 ottobre 2013

Non mi toccare - di Marco Musso

Non mi toccare,
non mi toccare,
ogni volta che piange il cuore
non mi toccare,
non mi toccare,
ogni volta che il capo chino
si lancia in volo verso il destino.
Non mi toccare,
non mi toccare,
quando la lama fende le parole
ogni volta che il sogno crolla come un ideale,
ogni volta che all'orizzonte non c'è sole
ma solo male.
Lascia che ogni nota componga la propria canzone,
ogni volta che il cuore trema per passione o per dolore,
lascia che in un passo si compia il cammino di chi guarda avanti fiero,
certo del proprio destino.
Vola al di sopra di dubbi e vuote parole,
come un aquilone orientato verso il sole,
come un cuore nuovo
perso fra le persone.
Non mi toccare,
non mi toccare,
come il sole con la luna
che illumina di riflesso ogni oscura notte
rivestendola di una favola più reale del vero.

Marco Musso - Milano - 30 ottobre 2013 10.39 a.m.

mercoledì 23 ottobre 2013

Solo io - di Marco Musso

Penso
che se riuscissi a volare
dominando sempre le mie paure,
i problemi e le difficoltà,
non riuscirei in fondo poi più a volare,
non ci sarebbe occasione per cambiare,
migliorare,
divenire come ardito volatile
che senza riflettere si lancia nel vuoto
per sopravvivere.
Penso che non sono
ogni volta che indosso
gli abiti sconosciuti di un viso noto,
scappando dai difetti
che nell'errore
descrivono l'unicità del mio essere
nei voli che pindaricamente il mio animo
mi porta a compiere.
Penso che sarò
come instancabile scalatore,
ricercatore nella fatica della sua meta,
sognatore e fortunato conquistatore
della gioia di averla vissuta
come vittoria e non consuetudine dovuta.
Io penso che sull'acqua
non camminerò,
non moltiplicherò quello che le persone
mai potranno ottenere con l'onesta fatica del credere,
come pegno e dono di quell'eternità
che porta il segno della vita e dell'amore.
Io sono così,
piega fra distesi fogli bianchi
a disegnare il mio naturale essere
estrudendo il sogno in passione.

Marco Musso - Milano 23 ottobre 2013 19.33

La vita in un istante - di Marco Musso


La vita
è beffarda e gentile al tempo stesso.
Ti accompagna
come onda di emotività.
Ti prende in vaggito per mano
in accoglienza ti afferra
e ti lancia in un arcobaleno di sogni,
di libertà,
di lungimirante fantasia.
In adolescenza ti scrolla,
ti spinge all'esplosione,
alla passioni che in implosione ti guida
dal tuo animo ad un'altra persona,
alla magia della vita stessa che in un sospiro
di sorpresa ti sfonda il cuore
e ti irradia il corpo di sole.
La vita ti parla,
ti stuzzica,
ma in maturità non viene accolta,
ascoltata,
viene abbandonata e alienata come inutile suppellettile
in baratto con l'oggettività.
La vita è così forte,
così gentile e così infinita
che mentre consumi il tuo tempo
ti riconquista
e all'arrivo del viaggio del tuo tempo,
ti accoglie fra le braccia della fantasia e del sogno,
in quel luogo dove di cuore ti abbandoni
per tornare come bimbo a volare.

Naturale potenza - di Marco Musso

Pregna la vita lenta s'infonde,
come acquarello a delineare di fantasia
la natura ed i contorni.
Scende come fiume,
come insieme di emozioni,
come una mano freme per celare le sensazioni.
S'innalza la forza che di un cuore si fa traino,
come ogni ricordo che si imprime in indelebile sigillo sull'anima.
Vola come seta un tessuto di parole,
come prosa che l'uomo indossa per onorare la vita.
Siamo nuclei di pulsazioni,
un concentrato di paure e curiosità
che in altalena ci pongono sopra la quotidiana realtà.

Marco Musso
23 0ttobre 2013 - 00:22

mercoledì 16 ottobre 2013

Tra terra e cielo - di Marco Musso

Suonerà una canzone
nella timidezza di note leggere
che inseguiranno l'emozione,
quell'onda che di calore ti gela sulla pelle
una coperta di brividi e parole,
un manto d'aurora a coprire i lividi
e a renderti ogni giorno migliore.
Volerai,
come idee libere di vibrare
nel vuoto della loro potenza,
come funi lanciate nel mare per valicare ogni confine, ogni apparenza,
ogni equilibrio che donava un fremito al cuore,
ogni passo che ti elevava in soffio al cielo.
Ti chiederai amore
cosa ti sorregge ogni sera
quando la notte morde ogni certezza
per destarti in coscienza
a lanciarti in questo immenso cielo tessuto di stelle,
dipinto dei nostri sogni che tingeranno il sereno,
come gocce di lacrime che raccolte in un fiume in piena
ti afferreranno elevandoti sul trono
del destino e dell'amore.
Ogni sera a scrivere,
ogni notte a vivere,
come lucciole che di natura colmano l'universo
e si rivelano nell'oscurità come comete a stimolare la fantasia,
a scuotere l'animo di vibrazioni al galoppo
come questo cuore al sol tuo pensiero.
Ti chiederanno chi sarai,
chi sarò,
dove andremo,
quando e perché saremo.
Ti domanderai quali note suonerai,
quali odi leggerai.
Ti domanderai a quali e a quanti perché trovare una risposta,
quanti dubbi, quante arrese,
ti domanderai perché ogni giorno si fa irrimediabilmente sera,
ritrovandoti d'emozione sudata e commossa
dalla stessa vita che ci ha messo in cammino,
al galoppo sopra le incertezze e le paure,
come respiro che intrepido si fa corto per lasciar spazio al tuo sospiro,
come un treno di parole e ricordi che viaggeranno più della stessa realtà
divenendo il dono di ogni cielo.
Li io sarò, tu sarai,
come nota che sul pentagramma si amplifica in commozione
ogni volta che al suo apice sfiora il tuo nome.
Io sarò li ad ogni timore,
ad ogni passo flebile che ti rende umana e speciale come la rugiada
che di nostalgia ti coglie donandoti in sorpresa la tua natura,
quello specchio che d'implosione diviene goccia e pioggia,
l'eternità nella riflessione della vibrazione,
come ogni mio pensiero accolto nel tuo cielo.
Ti chiederai cos'è la vita, l'amore,
se ogni sfida sia un passo verso l'unione,
ogni sfogo amplificazione del mio amore,
ti chiederai dove andrai, per quanto sarai.
Io sarò finché tu sarai.
Noi saremo costellazione di sogni e pulsazioni,
l'invidia di infiniti sognatori, di ciechi spettatori
all'inseguimento della vita e dall'amore finché regge il cielo,
finché in un sussulto sulla linea dell'amore e della vita
capiranno che il sogno era il nostro amore
e la vita il tuo nome.

Marco Musso - Milano 16 ottobre 2013 19.49

 https://www.facebook.com/notes/marco-musso/tra-terra-e-cielo-di-marco-musso/10151986548490522

Controluce - di Marco Musso

Schiusi la speranza,
lo sguardo che di luce irradiando l'oscurità
come sole intagliò la paura sugellando il contatto e l'aurora,
la mano che in sicurezza si posò
a proseguire un battito,
la copiosa danza di ogni passo,
come lacrime che percuotendo ogni superficie
in molteplicità divennero musicalmente nella pulsazione
l'ode alla vita.
Luce si diffuse fra le ombre con fendente ardore
nello scambio che di mano in mano disegnò il profilo.
Sguardo nello sguardo,
come aurora unì ogni pensiero,
ogni parola distrattamente dispersa,
ogni occasione mancata o abbandonata
nel timore che allontanò l'uomo dal suo animo,
dal profondo dove nasce la coscienza.
Smarrito sui suoi passi,
timoroso di perdere quel che era noto,
si crogiolò come carnefice e vittima
del tempo consumato
al correre fugace del suo destino.
 Stretto
come pugno che gelosamente custodisce
la fertilità di ogni Umanità
l'animo sbocciò in maturazione,
a completare quella stretta che non faceva più paura,
l'equilibrio su ogni fragilità umana
che in fune diveniva
conduttore di speranza e di cammino,
filo che tesseva il mio coraggio,
atmosfera che spronava l'avanzata,
come sognatore che cavalca ogni sua emozione,
quel flebile calore che unisce le persone,
che ci rende giorno dopo giorno esseri migliori.
Nacque qui l'ardito pensiero,
quel colore come vessillo ad impregnare l'apparente vuoto
quel che la fantasia di verità sa colorare,
frasi di afone ed impalpabili lettere
che di pigmento ora sanno urlare,
richiamare l'attenzione di ogni corpo all'evoluzione,
a quest'ondata di sentimenti
che di carattere possiedono la vita
ed ogni sua rivoluzione.
Ogni corpo,
ogni pensiero,
ogni animo,
ogni credo
nacque in libertà dall'emozione,
in equilibrio fra le parole,
disegnandosi in fantasia
dentro i sogni pregni d'utopia.
Non puoi fermare,
non devi arrestare,
soffocare,
abbandonare ed ignorare
quel che da sempre ha mosso ogni generazione
divenendo un conduttore di vitalità
dall'infanzia alle persone.
Non rubare il loro tempo,
le loro libere evoluzioni,
i loro sogni sono la verità
di quel che da adulto chiami realtà.
Non rubare il tempo ed il domani,
non rubare i sogni al loro futuro.

Marco Musso - Milano, 16 ottobre 2013 02.03 a.m.

giovedì 3 ottobre 2013

Credere - di Marco Musso

Credi a tutto quello che ti emoziona,
ti scatena in fantasia,
ti possiede e ti proietta verso un domani.
Potranno cambiare percorsi e strade,
deviazioni e virate,
ma il tuo navigare sarà sempre e costantemente
col vento in poppa, verso quel l'isola che in te c'è.

Marco Musso

Milano, 02 ottobre 2013 14.22

Corri - di Marco Musso

Corri contro vento come le stagioni,
corri senza sosta verso le tue illusioni,
sfida il tempo, il senso,
il peso ogni piccolo timore,
come fosse il verso,
la gravità di ogni direzione.
Corri e non fermare il libero pensiero
ora che da terra il distacco è più di un metro.

Marco Musso

03 ottobre 2013 09.37 a.m.

Sogna, ragazzo sogna - di Marco Musso

Sogna ragazzo,
sogna ogni volta che vuoi, ogni volta che il tuo cuore in sussulto parla al futuro.
Sogna, ragazzo sogna, come l'aurora che in presenza dipinge il nuovo giorno.
Non temere di sognare, di gioire, di urlare,
non temere la sua forza che di fantasia s'adorna.
Sogna quando e come puoi, come cavaliere lanciato verso l'avvenire,
come pescatore in cerca del mancante,
come navigatore libero nel turbine delle emozioni,
come il surreale che sfiorato trasformi in realtà,
in tutte quelle idee diverse che muteranno la quotidianità.

Marco Musso

Milano, 03/10/13 09.55 a.m.

Dal Mare - di Marco Musso


Arrivammo dal mare,
come onda che lenta si propaga
a condurre la forza e la speranza.
Arrivammo come fanno gli eroi,
martiri per vocazione,
per speranza o condizione.
Arrivammo in un giorno di sole,
come se la meta fosse l'inizio per noi di una nuova era,
come se il passato fosse in un sorriso, in un fiato strozzato,
per sempre cancellato.
Arrivammo senza fare rumore,
come le onde che delicatamente nel frusciare
cantano sulla battigia la loro canzone,
quella voce che di forza raccoglie la disperazione
tramutandola nella brezza che conduce a commozione.
Arrivammo come ritaglio del sole,
quel calore che dal nulla si affaccia alla vita
per donare a chi parte e a chi arriva una nuova occasione.
Arrivammo li dove iniziava la vita,
la possibilità di riscatto,
di scambio, di nuova cultura,
li dove ad attenderci c'era un futuro,
in un sussulto di sorpresa il nostro destino.
Arrivammo in punta di piedi
perché noi non eravamo invasori ma naufraghi,
di patria, di identità,
in fuga dal nulla per dignità.
Arrivammo li al confine del mare,
dove per sempre la nostalgia ululerà alla vita,
allo sguardo che all'orizzonte si smarrirà
in un battere di cuore alla flebile luce lunare
che raccoglie in stelle i sogni del mondo,
li dove cercavamo l'umanità ma ci accolse la morte.
Arrivammo come le onde del mare
per fermare l'odio e la fame,
la cieca violenza dell'umano interesse,
per firmare la nostra petizione,
la raccolta di sogni e speranze
che nel futuro racconteranno quali guerre affrontare,
quali anime da salvare,
quali vite da raccogliere in pugno
per divenire dignità di vita
e non manciata di sabbia.

Dedicato a tutti i naufraghi di vita e stato, per tutti coloro che cavalcheranno la speranza per un mondo nuovo.

Marco Musso - Milano 03 ottobre 2013 11.55 a.m

https://www.facebook.com/notes/marco-musso/dal-mare-di-marco-musso/10151960289510522

mercoledì 2 ottobre 2013

I nonni - di Marco Musso

I nonni sono quel filo flebile
che in sicurezza ti conducono dal passato al futuro
con un'ondata di serenità.
I nonni sono la culla e la storia,
la novella della vita e la gioia
che si scava nel sorriso e nel pianto
divenendo percorso da seguire col dito
per commuoversi nella piena e sincera generosità.
Ogni lacrima donata
si fa fiume di emozioni nel canale del cuore,
nel tremore donato dal calore di quelle mani tremanti
che sanno afferrare, accarezzare,
condurre lo sguardo al sole nell'umiltà del cuore.
Nonni come gioia, nonni come gloria,
nonni come la profondità di quel che siamo e saremo
nell'evoluzione dei giorni,
in quella danza frenetica e ripetitiva che è la vita.
Nonni come confini, come abbraccio,
come petto su cui piangere e sfogare ogni dolore,
nonni come esperienza e comprensione,
come contenitore di questa generazione.
Nonni come gioia e malinconia,
nonni come vorrei avervi di nuovo qui.

Marco Musso - 02 ottobre 2013