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giovedì 27 settembre 2012

A modo suo - di Marco Musso

Esiste un posto
in cui non saremo,
mai voleremo,
una tela d'intonsa intensità,
come un cassetto mai aperto,
un diario segreto al suo autore.
Esiste quel luogo
dipinto a suo modo,
dove i pensieri
mai diverranno idee,
dove il mio punto di vista
punterà parallelamente all'opposto del tuo,
dove la natura fa il suo corso,
dove senza contatto
noi saremo noi
ma in un altro posto.
Esiste un quadrato,
un insieme,
un vivere,
un crescere.
Esiste un posto colmo di questo
ed un altro
che ne è solo il riflesso.
Un luogo che al calar del sole
si rivela come solo sa fare,
tra le ombre di scelte
e solitarie partenze.
Esiste un noi
che sembrava un progetto,
tre semplici lettere
che raccoglievano un sogno.
Esiste e sempre lo sarà
la tua dimensione
come il punto di vista
girato a modo suo.

Milano, 27 settembre 2012 10.18 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 27 settembre 2012 alle ore 10.20

 

martedì 25 settembre 2012

In mezzo la vita - di Marco Musso

Cammini per strada
per non pensar niente,
cammini immerso
nelle tue ragioni, immerso alla gente,
in mille pensieri,
cammini ed incontri
volti e vissuti
di popoli che nel loro giudizio
trascinano problemi diversi.
Esci ed incontri la tua coscienza,
il tuo punto di vista
incontrandone un altro.
Ti chiedi e rivedi l'appartenenza,
quel tessuto di gesti e coraggio
che tu cuci dai tempi,
dall'istante che l'aria
ti ha colmato la vita,
nell'istante in cui l'amore
nel rispetto ti ha riportato in vita.
Non esiste una fede,
un culto, un ideale
che abbia un senso lontano dal respirare,
che non passi di diritto
dal rispetto alla vita.

Milano 24 settembre 2012 19.38

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 25 settembre 2012 alle ore 16.57

lunedì 24 settembre 2012

L'arrotino del cuore - di Marco Musso

Donne, uomini,
maschi e femmine,
l'arrotino è arrivato,
l'arrotino è in città.
Bimbi anziani,
cuori feriti,appassionati,
dolenti o dispersi,
l'arrotino è giunto
con un pensiero per voi.
Aprite i cassetti,
spalancate tutti i cuori,
lasciate volare le vostre emozioni,
in un giro di ruota,
con mano sicura,
affilo il pensiero sofferente
in tagliente emozione.
Non temete, non scappate,
l'arrotino è giunto in profondità
per riportare il sole.
Buoni, cattivi,
arroganti o egoisti,
il vostro arrotino
non conosce diversi,
con cuore e mano accogliente,
afferro e modello
la paura del mondo,
ogni sfumatura di luce
per ricondurre l'arcobaleno.
Non temo, non vedo ostacolo alcuno
al crescere, al maturare
perché in tasca conservo la mia santa, forte emozione.
Coraggio venite, nessun paura,
l'arrotino del cuore vi stupirà,
l'arrotino del cuore
con voglia e passione
l'emozione vi affilerà,
l'arrotino del cuore
di notte o di giorno da voi arriverà.

Milano, 24 settembre 2012 09.44 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 24 settembre 2012 alle ore 10.33

venerdì 21 settembre 2012

Verso la bolla di positività - di Marco Musso


Piove sopra un cuore,
piove di gioia e di dolore.
Piove come segno
che in attività lui non vuol mollare.
Piove come gesto,
come superstizione.
Piove nel verso delle cose,
quando assalito da dubbi e freni
senti il tuo corpo in apnea
come ricordo lontano,
come il faro che incuneandosi nelle mareggiate
si getta a capofitto a scindere i problemi.
La vita è un banco di prova,
scambi e binari che ti portano dove vuoi tu.
La vita è una partita con la tua coscienza,
l'eterna lotta di supremazia tra pregi e difetti,
dubbi e certezze.
La vita è il miracolo della trasformazione,
la capacità di generare con la tua forza, la volontà e la tenacia
dall'anidride l'ossigeno,
dal movimento la luce,
dall'espirazione la leggerezza,
dalla musica nuova vita,
dall'asfissia l'amore.
Per naturale dottrina
ci sentiamo come pesci in un mare di parole,
avvolti in una rete di terrore.
Siamo noi a bendarci nelle illusioni,
a coprirci di quei mantelli di stelle
che nel cammino ci prendono per mano
accompagnandoci nella notte delle emozioni.
Siamo noi a tremare per amore,
a sentire il peso delle parole,
a soffocare nel dolore altrui
e in un sorriso cercare la soluzione.
Siamo noi a farci carico delle debolezze,
degli errori e delle incertezze.
Siamo noi a temere il domani,
a guardare l'orizzonte per trovare
una meta od una stella cometa,
siamo noi a non rassegnarci
ma in lungimiranza a generare il coraggio.
Siamo noi a rimetterci in gioco,
a sorridere ad ogni dubbio
a gettare i dadi della sorte
modificandone l'incidenza con pazienza.
Siamo noi ad idealizzare l'amore,
il riscontro che in vita tutto smuove,
siamo noi che non ci arrenderemo
e in tenacità resisteremo ad ogni colpo inferto,
siamo noi che non si sa mai
e che sorrideremo fino alla fine.
Siamo noi la sciabola che di luce
taglia il viso per disegnare in forza il sorriso.
Siamo noi,
sguardo nello sguardo,
anime in espansione,
alla ricerca di stimoli per avere prove.
Siamo noi eterni sognatori
capaci di commuoverci di nuovo
ad ogni pulsazione,
liberi di illuminarci in cascata
di spruzzi d'arcobaleno.

Milano, 21 settembre 2012 17.18

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 17.18

Sei - di Marco Musso

Nasce l'emozione
dal respiro che di sera si tempera
per sfiorarti la pelle,
per farsi sentire,
per viverti e ascoltare quell'urlo
che si libera in aria
perchè dentro non ha più posto.
Batte,
batte irruente nel cuore,
come lampo,
come laccio di luce capace
di trascinarti dalla terra al cielo
per perdersi in sogni e in sensazioni.
Luce,
che in contenitore racchiude l'intensità dell'essenza
capace di mostrarsi nelle oscurità come i sogni
con quella forza e presenza
che non puoi fermare o toccare
ma che ti rende capace di vederla
e sentirla come tepore sulla pelle.
Sei quell'intensità,
sei il sole che strappa il sorriso
come ramo che incide il cielo d'infinito.
Sei la sete che manifesta l'assenza,
sei la voglia che racconta la forza,
sei la notte che ti accoglie per illudersi del domani,
sei una giornata di sole che di stupore ti riporta a correre,
sei la presenza che anche in mancanza
colma l'anima mia.

Milano, 21 settembre 2012 12.06

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 12.12

Insieme urlando io sono diverso - di Marco Musso

Scogli che dal mare son toccati
dalla forza che in spuma regola
il tatto tra violenza e rispetto.
Vento che d'impulso
strappa i campi di frumento
tra fertilità e tormento.
Cielo che ricopre eventi, vite, sguardi
un polso che pulsa per emozioni
per perdite di un avvenire,
cielo sconfinato
di distanze e sogni.
Cuore, in un battito ti smuove,
pronto a cogliere le oscillazioni
di un animo in tormento,
in equilibrio tra l'essere e l'apparire,
in equilibrio instabile sulla sua vitalità,
in equilibrio su quel filo che da sempre
conduce uomini e donne in sussulti all'amore.
Pelle,
come vorrei di moro assumere
l'intensità di tono e di vissuto
raccogliendo in frumento la fertilità del momento
la forza di gruppo che in cromia raccoglie etnie e sentimenti,
chiusi in insiemi che si ritrovano nell'intensità della vita,
la spiritualità, l'amore, il tutto ed il niente.
Mano che nella mano infondi,
gesti e segni,
certezze e sensi
che in unione genera
amicizie e popoli.
Vorrei la pelle scura,
tinta dell'intensità di vita,
ruvida di fatica e di contatto,
un filo nero di raso teso
tra l'essere umano e la vita.
Vorrei sentire l'armonia condurmi
nell'arte e nel movimento,
in quella danza che dall'animo trascina in armonia,
razionalità e coscienza di cui il cuore è pregno.
Vorrei indossare in disinvoltura
i medesimi colori che di arcobaleno
accolgono tutte le diverse etnie.
Vorrei illuminare la paura,
quella mancanza che di cultura
in ombre genera timori.
Vorrei esser quel che non sono
per esser migliore ogni giorno in più,
imparando dalla vita e dal contatto
a colmare le mie lacune,
imparando dalla vita e dal diverso
quanto lo scambio crei cultura e muova l'universo.
Io,
nella mia povertà di vissuto ed esperienze
tendo a te la mano,
al desiderio di unire le meraviglie che ancora non possiedo,
quell'orizzonte di infiniti colori
che nella magnificenza la natura e l'arte hanno sommato
per caso e per desiderio nel nero.
Io,
nel mio piccolo fazzoletto di mondo
sento che la vita varchi i confini,
sento che la gente come le diverse parole
insieme siano poesia.

Milano, 21 settembre 2012 11.20 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Venerdì 21 settembre 2012 alle ore 11.20

mercoledì 19 settembre 2012

Slancio per non sparire - di Marco Musso

Ali abbracciano un percepire,
una ricerca convulsa di aria e di calore,
una forza che in leggerezza
spinga i nostri cuori altrove.
Volano sopra le cecità
tutte le palpitazioni che smuovono
i pensieri e le energie
per varcare quel che credevamo irraggiungibile.
Batte la vita,
batte e sembra infinita,
come un fiume in piena che sgretola
tutte le paratie che come dubbi
calano su sguardi e coscienza,
sopra la purezza della vita
che da dentro ti urla che non è ancora finita.
Lotta finchè il respiro
non lascerà al destino
l'ultima risposta alle tue premure,
alle attenzioni che quotidianamente
donavano un senso ai sacrifici ed ai rimorsi,
alle domande che in vita
disegnano il canovaccio di un'animo
gonfio di energie che in amore
intorno propagano la voglia di colorare,
di presenza e di possenza,
la quotidianità.
Cala la sera
come le energie che spese segnano il tuo cammino.
Cala il desiderio di lotta
che nel riposo troverà nel sogno nuove forze,
nuove mete, nuovi appigli e nuove partenze.
Domani sorgerò nuovamente come il sole,
tra dubbi e parole,
tra desideri e razionalità.
Domani tornerò ad accendere la speranza
ed un soffio per ogni nuova partenza.
Raccolto come bocciolo aspetto
che la sera mi ricopra di nuova brina
per irrorarmi di quel manto
che tra malinconia e tepore
mi conduce in sogno
infondo al mio cuore.
Correrò, volerò,
lascerò che le parole concedano spazio alle emozioni,
lascerò che i sentimenti facciano breccia in quelle istantanee
che come quadri confinano i miei desideri
in dettami ed oggetti veri.
Qui accolto dalla mia essenza
troverò risposte alle infinite domande,
qui dove ogni sera depongo le armi
per tornare ad essere me stesso,
nelle fragilità e negli errori del mio essere umano.
Non tremare,
non disperdere senza consumare alcuna sensazione,
la vita in fondo è una corsa verso l'ignoto e verso le prove,
un'altalena di emozioni che tra salite e discese
ti mantiene in equilibrio sopra ad un foglio bianco,
un canovaccio che raccoglie intrise sensazioni e segni di vita,
uno spazio intonso e pronto ad accogliere
tutte le intense emozioni che in carattere disegneranno la tua vita.

Milano, 19 settembre 2012 18.30

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 18.38

Sospirando l'Alba - di Marco Musso


C'è un sospiro che invade la mente,
che raccoglie cocci e pezzi
di un cuore provato dal mare,
dalla forza che in fiotto nell'amore dona tutto,
la fiducia e se stessi senza freni,
verso quell'orizzonte che per tutti è uguale,
una linea che tra penombra e luce ci tiene in bilico
sopra le nostre follie,
sopra le nostre realtà,
sopra le condizioni e le deviazioni,
che ci rende diversi ed uguali all'amore,
diversi ed uguali al dolore.
Alla fine non resta niente,
perchè il niente è l'inizio di tutto,
perchè uno spazio è pieno
delle occasioni per colmarlo,

riempirlo di sogni e speranze,
del mio divenire.
Crescere vuol dire aspettare,
lasciar correre i pensieri
affrontando le prove.
Crescere vuol dire trovare
una ragione per vivere,
per continuare a lottare.
Perchè vivere è in fondo un ideale,
una guerra con la coscienza,
con la sensibilità,
è la fuga da quel che ti stringe
come fiato del cuore che le parole ti strozza in gola.
Partire è tornare,
fare i conti con il se,
tra dubbi e sogni è ritrovare un bivio,
dove lasci il comune per volare in te.
Andare,
un gesto, l'attesa,

la tua arresa o l'abbrivio,
come volare,
come il senso di tutto,
come miscela d'amore,
come un nuovo inizio.
Perchè chiudi le porte al dolore, al calore,
quando in pace con te non ci riesci più a stare.
Volare,
spalancando le braccia in fiducia
a chi sai ti sà afferrare,
come un punto nel vuoto che vuoi coronare,
come una corsa,
una sfida,
la tua lunga partita.
L'amore,
quello strappo inclinato che ti vuole capace
di ascoltare l'istinto,
di ascoltare la voce,
che da dentro ti urla fino a che resta fiato,
il senso ed il tempo che non piega la tua voglia alla vita.
Tornare,
fare i conti col cuore,
con te stesso, con l'amore,
con quanto donato e quanto raccolto,
con tutto il resto che aspettavi indietro,
con tutto quel che donando
ti ha reso prezioso gioiello.
Senti,
la natura ti chiama,
la luce del sole,
il bagliore che in te scatena
una nuova riflessione.
Guarda
ora riesci a sognare,
respirando il sereno
da una nuova ragione,
dall'alba, dal cuore,

dal tuo essere migliore.

Milano, 19 settembre 2012 16.22

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 16.32

Occhi alla luna - di Marco Musso

Sorge la luna ad illuminare la notte,
a far luce su ombre
per delinearne una ragione.
Sorge con forza
come lei è capace,
con l'energia bisbigliando
riesce a trovar pace.
Sorge la luna
su paesi e città,
sopra pensieri e superficialità.
Sorge per gioco,
per provocazione,
scompigliando il mio riflesso sull'acqua
con il carisma delle maree.
Sorge il pensiero, il destino,
la mia scelta ed il cammino,
sorge il capo che all'amore si china,
sorge la mano che lenta s'adopra
a smuovere confuse idee su quel piatto
per trovare una croce.
Io resto qui,
a guardare la luce,
a sognare un profilo,
un profumo che irruente giunge al cuore.
Io disteso a contare le stelle,
lascio che il cuore in sussulto
riesca nell'ombra
a trovar pace.

Milano, 19 settembre 2012 01.13 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 19 settembre 2012 alle ore 15.24

venerdì 14 settembre 2012

Casa - di Marco Musso

Casa è quel luogo o quell'animo dove sentirsi se stessi, ammirati e non giudicati, dove le paure sono motivo di consolazione e dove i sogni sono il cibo di cui alimentarsi. Marco Musso

giovedì 13 settembre 2012

Io affondo nella vita - di Marco Musso

Io,
aprirò le palpebre ogni mattina
non per abitudine
ma per cercare la vita.
Accoglierò la luce del sole irruente
non come fastidioso intruso
ma come generoso ascendente.
Io,
sollevandomi con la fatica della quotidianità
non abbandonerò mai un secondo
senza averlo speso per viverlo fino in fondo.
Io,
cercherò nel mondo il mio mondo,
la voglia di guardarmi attorno
non per scappare
ma per sublimare ogni momento
nella meravigliosa sorpresa che donando
in dono riceverò il mio senso.
Io,
accoglierò con coraggio ogni sfida
non per sfrontatezza
ma nella convinzione che la paura
sia solo lo stato di quel che non si conosce.
Io,
volerò sopra l'ovvietà,
non per presunzione
ma per cercare il punto di vista migliore.
Io,
donerò all'amore
forza e passione
perchè non esiste una vita completa

se non la vivi nella sua intensità.
Io,
strattonato dalle condizioni e dagli eventi,
non perderò mai la volontà di tuffarmi
nelle emozioni che sento avvolgermi costantemente,
vivendole ed amplificandole come mi è possibile,
dipingendole ed impregnandole
del mio colore e di tutta la mia passione.
Io,
uomo comune,
vivrò ogni istante come promessa,
come segno, come speranza,
come desiderio di succhiare il frutto della vita,
quella meravigliosa essenza che ti pervade il corpo
quando per un istante senti il contatto col mondo.
Io,
non mi arrenderò finchè non consumerò l'ultimo respiro,
senza la paura della fine perchè quello sarà il mio momento,
lo spazio che mi è stato donato,
la fortuna che in vita anche solo per un istante
io sono stato.


Milano, 13 settembre 2012 11.12

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 13 settembre 2012 alle ore 11.24

martedì 11 settembre 2012

La danza della fragilità - di Marco Musso

Chiuse
le mie palpebre al mondo,
tremano nel percepire
la sofferenza dell'uomo.
Urla nel silenzio la madre,
persa come il figlio
in cerca di fortuna,
stroncato nel cammino
sventolando la bandiera del proprio destino.
Urla il figlio in strada
alla ricerca di quel che non sarà più,
di un reale che porta il velo

sul sorriso di un bambino.
Sento da lontano il fischio,

come richiamo la voce di innocenti,
di anime in cerca di conferma,
in cerca della possibilità come d'altrui speranze

di vita, di amore, di gioia e di colore.
Tremano le immagini ormai consunte
di intollerabili verità,
di crude costruzioni
di interessi sopra persone e città.
La vita nel suo diritto di essere
si contrae nel dolore di chi la cerca,
di chi in difesa lotta per l'innocente.
Nel timore di sensazioni e dolore
scappiamo da realtà scolpite
nelle azioni quotidiane,
coprendo di velate sobrietà
ragioni di interessi e false verità.
Vola un foglio bianco,
perdendosi nel movimento,
vola uno spazio perso
svolazzando in aria
come danza di fragilità.
Rinchiuso fra righe e spazi
il pensiero che ormai non cresce più,
la speranza implosa in un secondo
di una vita che non pulsa più.
Ancora tante frasi eran da costruire,
ancora tante parole in fila nel suo avvenire,
ancora sentimenti e buone azioni
potevan trovar spazio nel suo vivere,
fra le righe di quel tema
che per cecità e potere
ora non pulsa più.
In noi nasce un destino,
una forza che urla il diritto,
la ricerca di difesa
dell'innocente rinnegando il potere.
Ora la vita chiede pegno,
da una lacrima un contegno,
per guidare il tuo cammino
accogliendo il tuo nuovo destino.
La vita é fatta a cerchio,
di perimetro e d'insieme,
come unico contenitore
di idee, gesti e di persone.
La vita chiede aria,
un nuovo pentimento
di noi tutti ormai seduti
a commemorare la nostra cecità.
La vita intorno canta,
ci richiama alla sua danza,
che di mano in mano unisce
la fragilità alla forza.
Non esiste un sentiero,
un cammino ed un terreno,
che in denaro possa usurpare
il diritto d'altrui alla vita.
Io chino al mio destino,
penitente alla vita,
accendo questa luce
per ridar forza alla speranza,
per questa lacrima che in vessillo
riconduce l'uomo alla coscenza.
Il mondo non é fatto da buoni e da cattivi,
da bravi e da sbagliati,
il mondo gira in cerchio il suo destino,
ponendo condizioni, scelte e possibilità nuove.
Non esiste il caso o il definito,
finché il cuore batte a te é concesso
di cambiar registro
per rivoluzionare in un gesto,
la vita di infinite persone.
Chiudo gli occhi nuovamente
nell'infondere un pensiero
che da dentro mi possiede
e nel sole doni questa danza

ed alle nuvole in arcobaleno un nuovo sole.

Milano, 11 settembre 2012 11.25 a.m.

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 11 settembre 2012 alle ore 11.32

lunedì 10 settembre 2012

L'anima di cristallo - di Marco Musso

Radicata nel cuore come pianta cresce l'emozione,
il calore che si propaga
al rintocco di ogni mia pulsazione.
Fluttua nell'aree per sopraggiungere in sorpresa
tra paura e certezza
a chi in cuor suo l'attendeva.
Trema la mano ansimante,
trema il respiro colto dal sentimento
e man mano senti accogliendo
l'arrivo al suo interno di questa vibrante partenza,
capace di reggere, capace di perdersi, capace in calore
di generare all'interno la rivoluzione.
Nasce in te la visione,
la capacità di scardinar le certezze,
la passione di vangare un campo
per seminare al suo interno la gioia del vivere,
l'emozione di sentire, di godere,
di abbracciare la vita gonfiando le vene,
spalancando le braccia, liberando la voce
fino a fare esplodere l'emozione
nella libertà intensa di tutto il piacere.
Esiste un unico posto in cui esser noi stessi,
occhi negli occhi nella profondità di uno sguardo,
fremendo d'ebrezza e di irrazionale trasporto

per la libertà passionale di comunicare

in riflessione con l'anima e col corpo.
Esiste uno scrigno dove essere noi stessi,
nelle turbolenze del vivere e del percepire,
nel involarsi in un battito
colmo delle oscillazione del tempo e delle emozioni.
Esiste un istante in cui mille parole
si strozzano in gola,
vogliose di uscire per far impazzire,
irrequiete di accendersi nelle persone
e poi in un momento si raccolgono in viso,
tra emozione e timore
gonfiando di gioia ogni espressione, ogni paura,
ogni timido gesto d'appartenenza.
C'è un modo di parlare,
di sentire, di comunicare,
di soffrire, di guarire,
di avere possedendo in mano il cuore,
sguardo nello sguardo,
aprendo l'anima al sole.
C'è un tempo, un sentiero,
un luogo disperso,
un altro emisfero.
C'è una dimensione,
una sensazione,
un collegamento impalpabile che ci possiede
e che di rado ascoltiamo
nella confusione di un urlato mondo vuoto.
C'è un posto in cui ci siamo dispersi,
la dove il sole si staglia all'orizzonte,
la dove la luce gioca in riflesso
disegnano il profilo dell'anima accanto.
C'è un punto in cui la vita ci ha richiamato,
presi per braccio ed accompagnato.
C'è tutto un mondo ancora da esplorare
che riappare di notte
all'oscuro del razionale.
C'è quel che non vediamo,
la potenza dell'animo,
del sentimento.
C'è quel che non è concreto,
che non tocchi con mano
perchè di vetro.
Ogni istante,
ogni vibrazione
è un filo di cristallo
che collega l'animo al cuore.

Milano, 10 settembre 2012 16.18

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 10 settembre 2012 alle ore 16.38 

giovedì 6 settembre 2012

Un filo di speranza - di Marco Musso

Si stacca l'implume piuma
che irrorata dall'intensità
un calamaio trasforma
da colore in parole,
da gesti repentini in canzone.
Vola sopra le ovvietà,
sopra ogni volgarità
che di niente traccia l'essere
che di sfrontatezza come effigie
si fregia di umanità,
rimanendo colmo di grezza povertà.
Vola il mio saluto,
un tepore che in corrente
lentmente si diffonde.
Vola tra genti e posti,
vola tra lungimiranza e cecità.
Vola per contagiare
di febbrile ardore
chiunque in questo mondo
osi ancora genuflettere l'orgoglio
alla sublime perversione
di stazionare
innanzi al calare del sole.
Qui dove un filo di luce rimane
fluttuante nell'aria a segnare destino ed orizzonte,
vola il mio cuore,
l'emozione,
la paura e la sfrontatezza di affrontare
il sipario delle tenebre
per sognare un risveglio migliore,
la possibilità in un respiro
di donare al mondo un nuovo destino.

Milano, 06 settembre 2012 19.13

pubblicata da Marco Musso il giorno Giovedì 6 settembre 2012 alle ore 19.14

mercoledì 5 settembre 2012

Dove il tempo fugge via - di Marco Musso

Permango sospeso
come falco nel cielo,
ad ali spiegate rimanendo immobile
fra le correnti puntando una preda.
Cerco in ogni anfratto un segnale,
un passaggio come porta temporale,
come raccordo,
come congiunzione
tra il presente ed il passato
come segno di ogni tuo passaggio.
Sento frizzante l'atmosfera,
tracce e segni di un vissuto
sfiorato e percepito
nel respiro costante della ricerca vitale.
Sento il tuo esser leggera come farfalla,
la voglia di appartenenza,
il desiderio di quella natura libera
che non ha vincoli terreni
ma solo desideri di crescita.
Sento la tua spericolata bellezza,
il tuo essere libera
in equilibrio sulla vita
perchè credi sia infinita.
Sento la tua magia,
il brivido che collega cuore a cuore
in ogni simbolo d'amore,
come esperti giocolieri che sul prato
nel vuoto tendono la mano al proprio destino,
certi della fiducia l'uno nell'altra
che in un sottile filo d'invisibile certezza
dona il volo nel ignoto,
un impalpabile segno del destino
come sigillo eterno di ogni relazione.
Qui come fermo nel tempo accolgo
la seduta di un sostegno
che in panchina richiama il destino
e tutto quello che l'amore chiama vita.
 
Milano, 05 settembre 2012 14.16

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 5 settembre 2012 alle ore 15.03

Non so farti male - di Marco Musso

Radicata nel cuore come pianta
cresce l'emozione,
il calore al rintocco di ogni mia pulsazione.
Sentimento liberamente smuove
ogni ingranaggio spinto dal cuore,
ogni espressione,
ogni vibrazione,
ogni fluttuazione che armonicamente guida
il mio pensiero e la filosofia.
Note si diffondono con le parole,
frasi accompagnate come alianti,
come gemme che sbocciate volano
nell'evolversi di onde e cerchi
sopra teste e sopra ovvietà,
nell'attesa e nella speranza di esser colte
da chi in sensibilità le ha vissute già.
Pensieri evaporano nei contorni per penetrare
là dove sentono di appartenere.
Frasi che rintoccano come campane
il segnale di una coscienza al risveglio.
Mani che annaspano nel vuoto
alla ricerca di quel calore da altri disseminato
fra rami ed abeti come impronte,
come quinte che nei profili rivestono ogni città.
Amara la realtà non vissuta,
quella sedimentata su percezioni,
sulle surreali aberrazioni di desideri e sogni
che nel comun percorso
si rivelano armi per torturarsi.
Pareti di ombre luminose avvolgono
le nostre diffidenze,
le paure di androni inesplorati
come le certezze che nella novità trovano
fragilità e debolezze.
Siamo anime in fuga
dal dolore e dal giudizio,
dall'ipocrisia e dal superfluo.
Siamo semplici illusioni,
felici e dolenti fluttuazioni,
instabili nella realtà,
e per questo destinati e votati

alla sensibilità.
Voliamo come falchi
in cerca di quel che in oggettività
riesca a scolpire in statua
la nostra intimità.
Siamo quello che in razionalità ci viene invidiato,
l'essere fili sospesi tra sereno e bagnato.
Siamo giornate montane,
incomprensibili dietro ai vetri al riparo,
variabili con l'intensità e la goliardia
di tempeste che in sereno
con un tuono d'arcobaleno mutano in scia.
Siamo senso di appartenenza,
dolore di sopravvivenza.
Siamo gli spazi tra violentate parole
che in amarezza lasciano la speranza
di stravolgerne il senso ed ogni rancore.
Siamo il fuoco che fra le dita arde
non per sfogo ma per passione.
Siamo un velo, un aquilone,
orgoglioso del suo stagliarsi
come diverso al sole.
Siamo in fondo parole,
rime baciate fra rarità e le emozioni.
Non additateci,
non fraintendeteci,
il nostro vivere in sette note tanto non v'appartiene.
Noi siamo l'essenza,
ologrammi di appartenenza,
polline di serenità e realtà
che contagia le paure dell'inesplorato
facendole sbocciare alla luce nel fiore desiderato.
Non guardatemi, non citatemi,
non regalatevi miei istanti di intimità.
Non usatemi, non cercatemi come arma,
come strumento di futilità,
io sono anima e cuore,
non so farti del male.
Io sono come l'aria,
come il calore,
che dopo il contagio
nel tepore svanirà.

Milano, 05 settembre 2012 12.59

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 5 settembre 2012 alle ore 13.12


martedì 4 settembre 2012

Nell'ossessione di un segnale - di Marco Musso

Vacuo il pensiero ondeggia
musicando di andatura le pareti
che in contenitore racchiudono pensieri.
Tra le quattro mura si consuma
la presenza che gli umani
dipingono in quotidianità di noia e boria
lesti per quieto vivere.
Tra le oscurità celate,
come origami di consunti quotidiani,
tessi la relazione a fatica
soffocando sforzi e pieghe
per non sparire.
Peso sopra il cuore ora si addensa
come premunizione,
come condizione,
come l'esercizio di respirazione
che nel tuo animo non vuol sparire.
Fermo
nell'immobilità di quel pensiero ascolti
il cinguettio di quel segnale
che da giorni riveste di emozioni
il profilo e tutti suoi contorni.
Teso
come gonfalone al sole,
posseduto dalla danza di scirocco
che di vento il calore invade,
assimili l'arrivo
del tepore e del suo mare.
Qui ogni gesto mitiga parole,
celando i timori di nuove innondazioni,
e nel perir di un giorno
lento nel suo fiorire,
deponi lo sguardo al fiume
certo del suo defluire.
L'aroma ormai consunto
celebra passioni,
come frutti che di bosco son contenuti
nell'umidità di un luogo
colmo di passaggi e di conquistate velature.
Qui nella dimora di malinconia e certezza
prende possesso in te la fantasia,
come tono di colore sulla monotonia.
Gesti smuovono il percorso del tuo avvenire
che salendo ogni china
nello sforzo ritrova
la sua prima vita.
Resta cosi l'impronta,
come vessillo di un amore,
come verso di nascoste creature,
come slancio di un cuore
pronto ad esplodere nell'innondazione
del puro amore.
Qui tra le parole celi lettere che in ragione
prendono il senso
di viaggi e di persone,
di luoghi ultraterreni
che in stelle incidono
la profondità in luminosità.
Ordunque si consuma questa lunga estate
come coda che in scia rimembra
quel che è già dissolto via.
Qui nel divenire
dei ricordi in realtà trasale
il mio cuore affranto e consolato,

pronto nuovamente a pulsare.

Milano, 04 settembre 2012 16.45

pubblicata da Marco Musso il giorno Martedì 4 settembre 2012 alle ore 16.53

lunedì 3 settembre 2012

Smarrire la vita in un bosco - di Marco Musso

Scende
come il sole questo giorno,
accompagnando nell'oscurità i segni del vissuto,
i graffi di quanto perduto.
Scende accanto al mio profilo
una lacrima,
un ricciolo di speranza,
un alito di vento che rigenera.
Passo dopo passo
accompagno una serata
in cui le stelle stanno a guardare,
in cui la luna d'imbarazzo
dietro a nuvole si va a celare.
Sento fischiare fra i rami ormai adombrati
l'emozione e l'amore,
quel caldo sentimento che da dentro
è pronto ad esplodere,
che di un cuore s'impossessa
con tutta la passione
che di voglia ne è conduttore.
Ombre si frappongono come quinte
ad accompagnare quell'initimità
che non a tutti si presenta,
che in me diventa onda di sentimenti
puri per la propria dimensione,
limpidi come acqua al cospetto del sole.
Questa vita si presenta così,
come empio contenitore da colmare,
come bosco che fra monti ti racchiude,
come culla dove ululare
come lupi sospinti dal movimento
di pensieri che fanno palpitare il cuore

ed alla luce smuovono oceani e cuori veri.
Questo tepore diventa fuoco,
diventa vuoto di ovvietà,
come quel filo d'erba che distinto
inizia a vibrare come il destino,
genuflesso come girasole
alla potenza del sole che alle spalle
ti abbraccia di calore
per ricoprire la tua cute di sentimenti,
come brividi che sulla pelle esplodono
contenendo le parole in poesie.
Qui rapito dalla vita
ti domandi dove la razionalità sia poi finita,
dove sia il tuo cammino,
se perso o conquistato,
se diverso o comunemente dominato.
Qui dove la natura ti possiede
come anima in balia della passione,
non cerchi più ragioni o debolezze
ma lasci che la sua evoluzione
sia parte di te,
come congiunzione di due anime smarrite
che in un punto ora si son trovate.

Milano, 03 settembre 2012 18.25

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 18.38 

Grazie perché - di Marco Musso

Grazie perché
mi hai insegnato a volare,
a guardare oltre i limiti
e dall'orizzonte partire.
Grazie perché
nella tormenta
non ho paura di volare
e con te è bello sussurrare.
Grazie perché vivi
come me in te,
sotto la coltre di quella indifferenza
che in te diventa brace.
Grazie perché
mi hai insegnato a guardare,
ogni ombra come sogno
e ogni tuono come il tuo respiro,
capaci di rivestirmi
di speranze e di brividi.
Grazie perché
non ho bisogno di celare
e con il mio sorriso
dal tuo sguardo posso poi volare.
Grazie perché
ci sei sempre stata
e da lontano disegnavi il mio sorriso.
Grazie perché
nudo di ogni velo
posso guardarti nel profondo
e sentirmi libero di essere me stesso.
Grazie perché
anche da solo
al sol pensiero di guardarti
so di esser vivo,
so che sei il paradiso.

La Villa, 30 agosto 2012 18.40

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 12.20

Come sottobosco - di Marco Musso

Vita come sottobosco,
gocce
che rimbalzando descrivono
le oscillazioni del cuore.
Piove
come lacrime,
come liberazione,
come gemiti,
come debiti
che ignorandosi sfilano in processione.
Vita come dita in azione,
come l'alibi,
come l'amore,
come un passo che ritrova il suo ritmo,
come la fantasia che disegna
le nuvole in cielo.
Fili che di erba accolgono,
come labbra distendono,
gemme che di sapore mi inebriano.
Sembra strano come l'uomo,
quando in solitudine,
cerchi il suo suono.
Sembra magia come l'uomo
lo riesca a distinguere
solo nella musica della natura.
Sembra impossibile,
come l'ardore e la voglia,
come l'impegno e la perseveranza,
siano la forza maggiore
nel valicare le prove.
Passo sotto ogni abete
che in ombra ti scuote
provocandoti tonfi al cuore.
Sembra ma è la vita
che ad ogni fermata ritrovi
la via e la vita
per una nuova partenza.

La Villa 28 agosto 2012 18:42

pubblicata da Marco Musso il giorno Lunedì 3 settembre 2012 alle ore 12.03