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mercoledì 25 luglio 2012

Nel vuoto delle parole - di Marco Musso

Soffia nel vento il mio nome,
come natura che disegna il profilo di un volto,
il destino, il sorriso, la mia volontà
di celarmi ogni istante nell'oscurità,
tra cespugli e rami di questo fitto bosco.
Così un mattino innanzi a me ti sei parato,
con la sorpresa del sole che filtra fra le mie ombre,
come segno, come sogno,
come cieco destino,
tu che nel mio profilo chiedevi a me un aiuto.
Io di fragilità son sempre stata,
ramo esile proteso con orgoglio a sfiorare il cielo,
smarrita nel sogno, nel ritrovare me stessa,
io nel profondo ho scovato un motivo,
il senso, la forza, la volontà ed il rigore
di superare con dignità anche queste nuove prove.
Cosi ti ho donato ogni istante passato,
il mio nome, il colore ed ogni cieco candore,
cosi ti ho raccolto come foglia al tramonto
che di rosso autunnale minaccia nella paura di sparire.
Io che da sempre cadevo in picchiata,
io che da sempre sulla pelle ho provato la vita,
io che lottavo contro la mia depressione,
in te ho trovato il motivo per la mia risalita.
Non ti chiedere mai perchè l'abbia fatto,
non chiedermi mai dove sia l'energia,
resta il fatto come fine di questo racconto,
che nel cibo ho lottato contro l'anoressia.
Io che pensavo di condurti avanti,
io che aravo il campo della mia vita
sperando che dopo l'estate gioviale
da te sarebbe cresciuto il mio, il tuo,
il nostro raccolto.
A volte la vita si presenta cosi,
come soffio, come brezza,
con la sorpresa in tormenta.
Io che sognavo idealizzando un futuro,
io che raschiavo il barile per solidificare l'unione,
mi sono ritrovata sorpesa sul mare,
come barca di carta abbandonata al suo destino,
come scusa colmata di vuote parole.
Cosi son rimasta come foglio di seta,
un bianco candore che parla di me,
di me che da sempre ho creduto di esser
la causa e l'accusa dei mali del mondo.
Ora ho capito perchè doveva accadere,
perchè mi toccasse di soffrir per amore,
ora ho capito che tra i due il più forte non è
quel che scappa ma chi in fragilità rimane.
Ora che d'impunibile colpa il tuo corpo si è macchiato,
a me non resta che dedicarti questa mia novella,
per dirti che la fuga ha lasciato in me una crepa
da cui nuova luce riesce a filtrare.
Ora ti guardo fisso negli occhi
ovunque nel mondo tu sarai approdato
col tuo bagaglio che pesa di vuoto,
col mio rancore che in forza ora è rifiorito.
Io sono qui con coraggio a dirti,
che fra i due io domani sorgerò,
come alba, come mistero,
come segno del cuore e del dolore provato
come la luce che in me rafforza
la volontà di credere in un mondo migliore,
che anche nel vuoto sono stata capace d'amare,
di lottare, di guardare come adesso
nuovamente il mio orizzonte.
Io ora in sicurezza nella tua silente presenza ho suonato la mia canzone.

Milano, 25 luglio 2012 00.18

Dedicata a Anna Solo Stupendo

pubblicata da Marco Musso il giorno mercoledì 25 luglio 2012 alle ore 0.32

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