Passi
che a piedi nudi valicano
su un filo di tela
la distanza tra me e te.
Passi come cammino,
come distanza,
come equilibrio
tra amore e dolore.
Passi in salita
tra gioia e dolore,
destino od orrore.
La verità dell’esistenza,
della scelta,
della rabbia nel dolore,
dell’amore pregno di terrore.
Passi sopra specchi,
passi sopra cocci,
limpidi di trasparenza
taglienti di sofferenza.
Bolle di respiro
che in amore fan volare,
che in violenza fanno affogare.
Passi che in equilibrio
parlano di riflessi,
di vita nella morte,
di amore nella brace del dolore.
Passi e pugni,
afoni parole,
urla che non sentivi,
occhi lucidi che non vedevi.
Cicatrici di quello
che per me era amore,
che per te era la rivalsa del dolore.
Amore nella vendetta,
fumo della violenza,
la cristallina realtà
di un filo teso in equilibrio
nel brivido e nella caparbietà di essere,
nella cecità della violenza
il rapporto tra me e te.
Nasce dal dolore una reazione,
dalla violenza alla fine l’esistenza,
quella lacrima che ho versato
tra paura e cieco amore,
tra voglia di salvare e amore che ti assale,
nell’oscuro essere in equilibrio,
l’ombra tagliata in luce,
quell’inesauribile resilienza
che ti lascia affondare lentamente
in apnea
tra terrore e voglia di amore
prima di farti riemergere,
quella fragile essenza,
l’ironica lotta d’esistenza,
come pesce che in una rete di terrore,
da solo in acqua muore.
Milano, 30/08/2020
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