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mercoledì 13 febbraio 2013

Il merito - di Marco Musso

Si inseguono parole,
tracce su di un intonso foglio
che d'inchiostro prende le distanze dal reale
ponendo limiti al percepire,
giudicante come un essere che antepone
le proprie necessità al valore del crescere.
Questa società si è spenta sulla valutazione,
sulla classificazione di cose e persone.
L'immobilità mentale di chi si pone al mondo
in base al preconcetto di un voto
che possa soffocare le paure,
che possa generare dittatori con le piume,
come contenitori che nel tempo conservino il potere,
il volere del prevalere sullo sviluppo
con un paletto d'arresa.
Nasce così il giudizio,
la carenza della maturazione,
l'illusione di premere ogni bottone
che possa sobillare folle
sventolando ed ostentando una valutazione.
Non esiste l'evoluzione che non sbocci
come elevazione dell'impegno personale
qualunqe sia stato il risultato finale.
Non esistono troni infiniti,
imperi liberi costruiti sulla capacità di migliorare,
sull'attuazione della stimolazione intellettuale.
Nell'oscurità campano esseri giudicanti
incapaci dello sforzo del comprendere
che in natura la vita vince nello sforzo
e non nella capacità di ricoprirsi di una luce riflessa
non generata dal sole.
Ode a te che lotti,
che nella sconfitta sei vincitore nell'impegno,
che riluci di onestà,
che sei il migliore perché te stesso
e non clone di un numero o di un cliché.
Questa ode è dedicata a te,
a te che nel tuo piccolo mi hai reso fiero
nell'avermi donato in un gesto
tutto il tuo impegno.

Milano, 12 febbraio 2013 20.06

pubblicata da Marco Musso il giorno Mercoledì 13 febbraio 2013 alle ore 1.59

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